C’era da aspettarsi da parte della gente atteggiamenti di raccapriccio, rifiuto, contestazione della mostra stessa. Oppure atteggiamenti morbosi, con soddisfazioni più o meno trasparenti di tipo sadico o masochistico. Ma chi supponeva tutto questo c’è rimasto male. Molti giovani, molti bambini perfino, qualche battuta sdrammatizzante ed esorcizzante, molto silenzio, molta riflessione. Ne emerge così, alla fine, un quadro di reazioni ben diverse da quelle che ci si sarebbe potuto aspettare. Prima di tutto il distacco storico da questi strumenti, ma soprattutto la convinzione diffusa fra tutti che la tortura non sia un fatto del passato, ma del presente. Ne è uscita, insomma, una lezione insieme di storia antica e moderna vista con l’ottica della crudeltà dell’uomo.
Chi ha paura della tortura? “Ma Dario Argento è peggio”, Il Messaggero, Roma
01 aprile 1984